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martedì 11 gennaio 2011

Film: Il quarto tipo (Olatunde Osunsanmi)


Titolo originale The Fourth Kind
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2009
Durata 98 min
Colore colore
Audio sonoro
Genere horror, thriller, fantascienza
Regia Olatunde Osunsanmi

















Recensione

I principali parametri canonici d'incontri con intelligenze extraterrestri si dividono in quattro tipologie: l'avvistamento di un ufo nel cielo è il primo tipo, il recupero di reperti d'origine aliena è il secondo tipo, il terzo è l'interazione umana con un alieno mentre, il quarto tipo, è l'abduction o rapimento alieno che costituisce l'argomento della pellicola. 
Il film inizia spacciandosi per storia reale e si propone come una serie di documenti video di una psicologa impegnata in strani accadimenti in quel di Nome - città dell'Alaska - interposti alla narrazione del film. 
Lo spettatore è subito indotto a credere nella veridicità della storia per il continuo sovrapporsi alla trama del film - dove la psicologa protagonista è interpretata da  Milla Jovovich - dei più rozzi documenti in video 8 sulle sedute di regressione ipnotica dei presunti rapiti, dove gli attori cambiano per risultare persone comuni e reali. L'idea narrativa dell'accostamento di una finzione, il film con attori proclamati, ad una finzione più sfumata e reale, con attori sconosciuti, dà senza dubbio l'illusione d'essere di fronte a una ricostruzione di fatti veri. L'ulteriore mix del racconto fantastico a dati e studi con basi scientifiche - quali fonti storiche o autentiche ipotesi psicologiche del fenomeno delle abduction - completa il film in un realismo plausibile.
La trama, in questo film, passa sicuramente in secondo piano rispetto al metodo narrativo e ai contenuti trasmessi. Il nocciolo sembra quindi non essere la storia, tra l'altro alquanto banale, che risulta spesso inconcludente, lasciando fino alla fine un senso di smarrimento e incomprensione di ciò che accade. Il punto di forza sono quindi gli argomenti qui dibattuti. Personalmente ho trovato molti riscontri con le teorie delle abduction di Corrado Malanga, credibile pioniere italiano nello studio dei rapimenti alieni, dove i rapimenti non avvengono nel piano fisico della materia, ma in strati dell'esistenza umana non ancora ben conosciuti, riconducibili alle sfere dell'anima o della psiche inconscia.
Nessuna risposta, nessuna traccia da seguire, solo ricerca di cosa sia il fenomeno delle abduction e del perchè avvenga. Il film punta, secondo me, proprio a questo: palesare un fenomeno poco conosciuto alle masse o relegato in una stretta cerchia di appassionati e studiosi. Nota negativa è, a mio avviso, un certo misticismo che si respira durante la proiezione delle scene di "possessione" aliena - simili al più blasonato "L'esorcista" - o ai suggerimenti finali in cui l'alieno che tormenta Nome si presenta addirittura come Dio in persona.
Il voto personale sul film è un 6/7, visto che si nota la ricercata originalità dello stile nel narrare un fenomeno  poco presente al cinema, ma che dovrebbe essere qui maggiormente sfruttato. L'idea di fondo c'è, ma realizzata in una forma che, alla fin fine, non affascina nè attrae. A metà strada tra un horror-triller, un paio di brividi non mancano, e un documentario, avrei preferito una forma più definita e meno generica. 


Il trailer:


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